mercoledì 11 maggio 2011

Parto, cose belle e cose tristi...

Il motivo principale per cui devo fissare tutto nella memoria è che dei momenti più belli ricordo molto poco.
Il parto è stata una tragedia greca in tutti i sensi.
Due giorni di travaglio (e di insonnia), quattro ore di spinte un cesareo d'urgenza e poi il buio...

La tragedia non è stato tanto il dolore (bè, un po' anche quello), più che altro l'attesa estenuante, gli sforzi inutili e per finire la rassegnazione di non essere riuscita a mettere al mondo mia figlia come meritava.

Il buio è arrivato subito... quando mi sono accorta che non ce l'avrei fatta a darle una nascita naturale, ecco mi sono arresa al dolore e alla tristezza... A questo bisogna aggiungere una buona dose di anestesia totale visto che continuavano a bombardarmi di epidurale ma senza successo.

E insomma mi sono svegliata con i medici che continuavano a ripetermi che la piccola stava bene ed era perfetta e bellissima, le ostetriche che andavano e venivano ripentendo "è meravigliosa, congratulazioni" e io, che non capivo un cavolo da quanto ero stordita, ricordo di aver pensato che dovevo essere la prima a vederla e invece decine di persone l'avevano vista e io non sapevo nemmeno che faccia avesse.

Poi, nel buio, un pianto sommesso e qualcuno me l'ha portata, credo lui, e... non riuscivo nemmeno a metterla a fuoco... non ricordo cosa ho detto, cosa ho fatto, non ricordo nemmeno cosa ho pensato... ricordo solo che l'ostetrica me l'ha attaccata al seno dicendomi che da quando ci avevano separate non aveva smesso di piangere un secondo...

Di quei giorni, che io avevo immaginato bellissimi e pieni di gioia, non ricordo quasi nulla... mi hanno detto che la colpa è da attribuirsi alla quantità di anestetico che hanno dovuto darmi e io non posso fare a meno di pensare che se fossi stata capace di metterla al mondo come si deve forse avrei visto mia figlia prima degli altri, avrei potuto stringerla e consolarla subito e probabilmente non avrei passato mesi di buio, tristezza e apatia...

Per i primi tre mesi della sua vita non ho fatto che piangere ed essere triste, ho ripercorso milioni di volte quel momento nella mia testa. L'ho ripercorso con lui, gli ho chiesto tutti i dettagli di ciò che mi ero persa, mille e mille volte gli ho fatto le stesse domande sulle stesse cose... Non è servito a farmi stare meglio. Ma vedere che lui con immenso amore e pazienza aveva memorizzato ogni singolo dettaglio per raccontarmelo mi faceva sentire un po' meno triste.
Mi avevano parlato di baby blues, mi sentivo pronta ad affrontare "un po' di tristezza" ma ho scoperto, passandoci, che non è solo un po' di tristezza. Mi sono sentita in colpa, inadeguata... ho persino pensato di non meritare mia figlia. Pensato che lei potesse non amarmi per la mia incapacità. Ho vissuto fianco a fianco con l'angoscia e l'apatia.

In quel buio, però, ho avuto la forza di chiedere aiuto con la disastrosa conseguenza di stare pure peggio. Ho chiesto aiuto a mamme e donne che avevano partorito da poco, forse non ho chiesto direttamente aiuto ma ho provato più volte a intavolare dialoghi per capire se ero sola, se quello che mi stava capitando succedeva anche ad altre ma le risposte che ottenevo erano devastanti per me.
"Sbalzi d'umore?! Io?! No, davvero sono felicissima... da quando è nato Dieghino siamo felicissimi e più uniti di prima!! Ci ha rimesso al mondo!!"
"No, non mi sento triste. E comunque, scusa ma devo andare a prendere Lauretta dai nonni!"
"E' la cosa più bella che possa capitare a una donna, perchè dovrei sentirmi triste?!"

Ecco, sinceramente tutta questa omertà l'ho trovata deludente. Come donna e come mamma trovo stupido vergognarsi e fingere che vada tutto bene, soprattutto quando è evidente che non va tutto bene.
Anzichè fare squadra, aiutarsi, cercare insieme il modo per venirne fuori (anche se poi si è sempre da sole davanti ai propri fantasmi) ho trovato donne disposte a negare l'evidenza.

Poi, pero', un giorno mi sono accorta che stavo meglio. Non Bene, solo un po' meno male. E ci ho lavorato su. Mi sono impegnata perchè quel po' diventasse ogni giorno di più. E' stata durissima, ma ne è valsa la pena.
Ogni tanto la tristezza di quei giorni torna e ho imparato ad accettarla, sapendo che fa parte di me, di questa esperienza e non posso buttarla via del tutto.
Ma se ne esce, questa è una certezza.

Devo dire grazie a Lui e a Lui soltanto. Perchè in molti (leggi familiari soprattutto) si sono riempiti la bocca di belle parole di conforto ma nessuno si è preso la briga di allungarmi la mano per aiutarmi ad uscire fuori dal baratro. Nessuno tranne Lui.

2 commenti:

  1. E meno male che ci sono, i nostri Lui :)
    Ma lo sai che la narcosi ha fatto uno strano effetto anche a me? Il primo mese non me lo ricordo. Mi ricordo la nascita della Purulla e il disastro successo dopo, ma da quando siamo tornate a casa il vuoto. Meno male che ci sono le foto...

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  2. leggendo quello che scrivi mi sembra di rpercorrere esattamente quello che hai vissuto tu...ma adesso che il mio patatino ha dieci mesi ti dico una cosa: noi mamme siamo le uniche ad accorgerci per prime di ogni loro progresso, di ogni loro scoperta, di ogni loro cambiamento e anche se non siamo state le prime nel giorno della loro nascita siamo le prime ogni giorno! un abbraccio

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