venerdì 29 luglio 2011

E mo chi glielo dice?!

"ehhhhhhhhhmbèèèèèèèè! umbebebimmmmm"

Mi guarda sospirando e attacca con un monologo tutto sospiri e parole incomprensibili al genere umano dall'anno in su, accompagnando il tutto con scrollate del capo e manine con i palmi rivolti all'insù.

La guardo e penso che è già grande e mi sembra che sia nata ieri.
Questi giorni stanno scavando sul suo volto una consapevolezza diversa, che ha il sapore del "sto diventando grande". E' cambiata, e a volte sembra quasi fare discorsi da grande: anche se il linguaggio che usa non è universalmente riconosciuto, si fa capire benissimo.

E penso a questi mesi vissuti in simbiosi con lei, alle gioie, alle scoperte, alle frustrazioni, alle lacrime, a quella sensansazione del "non ce la posso fare" e alla sorpresa del "forse ce la stiamo facendo".

E poi penso che tra poco meno di 20 giorni dovrò tornare a lavoro e mi sento come Giuda un attimo prima di baciare Cristo.
Perchè lei non sa e non puo' capire, al momento, che ci lasceremo e non saremo più io e lei, sempre insieme da mattina a sera, a giocare, rotolarci sul letto e ballare come matte... non sa che potrebbe capitarle di svegliarsi, chiamare "mamma" e vedersi raggiungere da qualcuno che mamma non è.
E la sorprendo a guardarmi fisso, con gli occhi sognanti, e il sorriso sulle guance.

E mi accorgo che, no,  non è affatto grande, non per tutto questo almeno.
Mi sembra di dover scegliere di andare ognuno per la propria strada, di abbandonarla lì e dirle "devi cavartela da sola".

E mi sento nuda come un verme.
Annientata.
E a pezzi.

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