"ehhhhhhhhhmbèèèèèèèè! umbebebimmmmm"
Mi guarda sospirando e attacca con un monologo tutto sospiri e parole incomprensibili al genere umano dall'anno in su, accompagnando il tutto con scrollate del capo e manine con i palmi rivolti all'insù.
La guardo e penso che è già grande e mi sembra che sia nata ieri.
Questi giorni stanno scavando sul suo volto una consapevolezza diversa, che ha il sapore del "sto diventando grande". E' cambiata, e a volte sembra quasi fare discorsi da grande: anche se il linguaggio che usa non è universalmente riconosciuto, si fa capire benissimo.
E penso a questi mesi vissuti in simbiosi con lei, alle gioie, alle scoperte, alle frustrazioni, alle lacrime, a quella sensansazione del "non ce la posso fare" e alla sorpresa del "forse ce la stiamo facendo".
E poi penso che tra poco meno di 20 giorni dovrò tornare a lavoro e mi sento come Giuda un attimo prima di baciare Cristo.
Perchè lei non sa e non puo' capire, al momento, che ci lasceremo e non saremo più io e lei, sempre insieme da mattina a sera, a giocare, rotolarci sul letto e ballare come matte... non sa che potrebbe capitarle di svegliarsi, chiamare "mamma" e vedersi raggiungere da qualcuno che mamma non è.
E la sorprendo a guardarmi fisso, con gli occhi sognanti, e il sorriso sulle guance.
E mi accorgo che, no, non è affatto grande, non per tutto questo almeno.
Mi sembra di dover scegliere di andare ognuno per la propria strada, di abbandonarla lì e dirle "devi cavartela da sola".
E mi sento nuda come un verme.
Annientata.
E a pezzi.
E mo che glielo dice?! Pezzi di Vita di una donna e una mamma. Ma anche un po' no.
venerdì 29 luglio 2011
E mo chi glielo dice?!
venerdì 22 luglio 2011
Riflessi.
Si guarda allo specchio, sgrana gli occhi per la sorpresa poi sorride alla bimba di fronte a lei...
Allunga la manina per toccarla e quando sfiora la superfice dura, inarca le sopracciglia ed escalama "Ehhh!"
La Amo.
Allunga la manina per toccarla e quando sfiora la superfice dura, inarca le sopracciglia ed escalama "Ehhh!"
La Amo.
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martedì 19 luglio 2011
Nome proprio di... animale.
Da quando è nata Trudi la nostra vita sociale si è notevolmente ridotta.
No, diciamo proprio che non abbiamo più una vita sociale, ecco.
Succede che qualche giorno fa, inciampano per caso a casa nostra amici di vecchia data. Un po' perchè non ci si vede da tempo, un po' per la curiosità di conoscere la Piccola, ci vengono a trovare.
Amici che l'ultima volta che ci eravamo visti, eravamo su una spiaggia di notte, mezzi sbronzi a ballare a piedi nudi e a biscicare cose vietate ai minori di 16 anni, tipo.
E insomma che ci si aggiorna, ci si racconta un po' quello che ci eravamo persi, tengono la piccolina in braccio come fosse qualcosa di molto fragile (o una bomba che puo' esplodere al minimo movimento) e si fa serata.
A un certo punto, Isabel inizia a fare storie. Certe conversazioni da grandi che la tengono fuori dai giochi proprio non le piacciono, ecco.
"Vai a prenderle Lalla e Rina?" chiedo a lui.
"Mmm... ma se invece le diamo Niglio?! Magari si addormenta" fa lui.
I nostri amici ci guardano come se parlassimo arabo, quasi con timore.
"No, ecco sono giocattoli... per la piccola..."
"Ah. I suoi giocattoli hanno dei nomi propri?" chiede l'amico in tono quasi preoccupato.
"Certo! C'è Lalla, il pesce palla. Rina, la stella marina. Lipo il Polipo, Niglio il coniglio, Lena la balena, Giuliotta la paperotta, Alo lo squalo eh... poi amore?! ne dimentico qualcuno?!" dico io.
"Uhm... Drillo il coccodrillo lo hai detto?!" chiede lui.
"Ah, no! me lo dimentico sempre quello!"
Ci guardano sconvolti... si guardano come per dire che siamo fuori di testa, poi l'amico dice
"Ah. Quindi avete dato un nome ai giocattoli di vostra figlia. Uhm... insomma non c'avete un cazzo da fare eh?"
Ok, abbiamo decisamente bisogno di riprendere contatti col mondo esterno.
-_-'
No, diciamo proprio che non abbiamo più una vita sociale, ecco.
Succede che qualche giorno fa, inciampano per caso a casa nostra amici di vecchia data. Un po' perchè non ci si vede da tempo, un po' per la curiosità di conoscere la Piccola, ci vengono a trovare.
Amici che l'ultima volta che ci eravamo visti, eravamo su una spiaggia di notte, mezzi sbronzi a ballare a piedi nudi e a biscicare cose vietate ai minori di 16 anni, tipo.
E insomma che ci si aggiorna, ci si racconta un po' quello che ci eravamo persi, tengono la piccolina in braccio come fosse qualcosa di molto fragile (o una bomba che puo' esplodere al minimo movimento) e si fa serata.
A un certo punto, Isabel inizia a fare storie. Certe conversazioni da grandi che la tengono fuori dai giochi proprio non le piacciono, ecco.
"Vai a prenderle Lalla e Rina?" chiedo a lui.
"Mmm... ma se invece le diamo Niglio?! Magari si addormenta" fa lui.
I nostri amici ci guardano come se parlassimo arabo, quasi con timore.
"No, ecco sono giocattoli... per la piccola..."
"Ah. I suoi giocattoli hanno dei nomi propri?" chiede l'amico in tono quasi preoccupato.
"Certo! C'è Lalla, il pesce palla. Rina, la stella marina. Lipo il Polipo, Niglio il coniglio, Lena la balena, Giuliotta la paperotta, Alo lo squalo eh... poi amore?! ne dimentico qualcuno?!" dico io.
"Uhm... Drillo il coccodrillo lo hai detto?!" chiede lui.
"Ah, no! me lo dimentico sempre quello!"
Ci guardano sconvolti... si guardano come per dire che siamo fuori di testa, poi l'amico dice
"Ah. Quindi avete dato un nome ai giocattoli di vostra figlia. Uhm... insomma non c'avete un cazzo da fare eh?"
Ok, abbiamo decisamente bisogno di riprendere contatti col mondo esterno.
-_-'
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lunedì 4 luglio 2011
Botta e Risposta
"Isabel?!"
"Eeeehhhhh!!"
"Amore, dov'è papà?!"
"Babà?! Babàààà!!!!"
"Si, amore, papà! Dov'è papà?!"
(Sguardo accigliato in direzione della porta, manine sollevate a palmo in su) "bapabapapapapapa... unggggggà!"
"Non c'è papà, amore?!"
"Ungggggggggghè!!"
"Adesso papà è al lavoro, ma fra un po' torna... e tu cosa dai a papà quando torna?! un sacco di bacini e abbracci?!
"Ehhhhhhhhh!! Unganghhhhhhhhhhheeee! babàbabàbabàààà!!" e se la ride di brutto.
No, vabbè, se mi avessero detto che una bambina di quasi otto mesi è in grado di rispondere e farsi capire benissimo nelle sue intenzioni non ci avrei mai creduto!
La Adoro.
"Eeeehhhhh!!"
"Amore, dov'è papà?!"
"Babà?! Babàààà!!!!"
"Si, amore, papà! Dov'è papà?!"
(Sguardo accigliato in direzione della porta, manine sollevate a palmo in su) "bapabapapapapapa... unggggggà!"
"Non c'è papà, amore?!"
"Ungggggggggghè!!"
"Adesso papà è al lavoro, ma fra un po' torna... e tu cosa dai a papà quando torna?! un sacco di bacini e abbracci?!
"Ehhhhhhhhh!! Unganghhhhhhhhhhheeee! babàbabàbabàààà!!" e se la ride di brutto.
No, vabbè, se mi avessero detto che una bambina di quasi otto mesi è in grado di rispondere e farsi capire benissimo nelle sue intenzioni non ci avrei mai creduto!
La Adoro.
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venerdì 24 giugno 2011
Perdite.
Perdere qualcuno e perdere pezzi di sè.
La crudele consapevolezza che quel qualcuno non tornerà mai più, che non ti abbraccerà più.
Pensare al rapporto che c'era, a come si era evoluto.
Pensare a quando ti chiamava "zuccherino mio" e ti faceva trovare il gelato tutte le volte che andavi a trovarla.
E riflettere sul fatto che, forse, lei non c'era più già da un po'. Che se ne era andata più di trentanni fa, quando era morto suo marito, il nonno che non avevo mai conosciuto. Lì era finita la sua vita. E la malattia si era portata via il resto.
Quella malattia che le faceva confondere nomi, volti, persone. Quella malattia che l'aveva fatta tornare una bimba da accudire, lavare, cambiare. Quella malattia che, ogni tanto, le dava quache crudele momento di lucidità in cui riconosceva i suoi figli e i suoi nipoti e si rendeva conto del suo stato. E piangeva. Piangeva. Fino a quando non perdeva di nuovo il senno.
Vederle Isabel tra le braccia, gli occhi pieni di stupore, sentirmi chiedere: "è tua?! proprio tua?!" rispondere di sì e vederla piangere perchè ha sempre pensato che non avrebbe conosciuto i figli dei suoi nipoti.
Starle vicino durante l'agonia dei suoi ultimi giorni di vita e sentirla piangere e chiamare "mamma".
La prima parola che è anche l'ultima.
E riflettere sull'essere madre e l'essere figlia e fare un bilancio e capire che è sempre la vita ad avere la meglio.
Addio Nonna, possa tu essere in pace, finalmente.
La crudele consapevolezza che quel qualcuno non tornerà mai più, che non ti abbraccerà più.
Pensare al rapporto che c'era, a come si era evoluto.
Pensare a quando ti chiamava "zuccherino mio" e ti faceva trovare il gelato tutte le volte che andavi a trovarla.
E riflettere sul fatto che, forse, lei non c'era più già da un po'. Che se ne era andata più di trentanni fa, quando era morto suo marito, il nonno che non avevo mai conosciuto. Lì era finita la sua vita. E la malattia si era portata via il resto.
Quella malattia che le faceva confondere nomi, volti, persone. Quella malattia che l'aveva fatta tornare una bimba da accudire, lavare, cambiare. Quella malattia che, ogni tanto, le dava quache crudele momento di lucidità in cui riconosceva i suoi figli e i suoi nipoti e si rendeva conto del suo stato. E piangeva. Piangeva. Fino a quando non perdeva di nuovo il senno.
Vederle Isabel tra le braccia, gli occhi pieni di stupore, sentirmi chiedere: "è tua?! proprio tua?!" rispondere di sì e vederla piangere perchè ha sempre pensato che non avrebbe conosciuto i figli dei suoi nipoti.
Starle vicino durante l'agonia dei suoi ultimi giorni di vita e sentirla piangere e chiamare "mamma".
La prima parola che è anche l'ultima.
E riflettere sull'essere madre e l'essere figlia e fare un bilancio e capire che è sempre la vita ad avere la meglio.
Addio Nonna, possa tu essere in pace, finalmente.
venerdì 17 giugno 2011
Come sopravvivere?!
Siamo nel bel mezzo di certe fasi trasitorie ma importanti e fisiologiche.
Tipo quella in cui butta la roba per terra perchè le piace il rumore che fa, e poi strilla (forte ed incessantemente) perchè vuole che qualcuno la raccolga.
E quando lo faccio, naturalmente, la lancia di nuovo per terra e ricomincia il gioco.
No, vabbè... io raccolgo una volta, due, tre, anche quattro ma poi mi scoppia la faccia...
-_-'
A-I-U-T-O-!
Tipo quella in cui butta la roba per terra perchè le piace il rumore che fa, e poi strilla (forte ed incessantemente) perchè vuole che qualcuno la raccolga.
E quando lo faccio, naturalmente, la lancia di nuovo per terra e ricomincia il gioco.
No, vabbè... io raccolgo una volta, due, tre, anche quattro ma poi mi scoppia la faccia...
-_-'
A-I-U-T-O-!
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giovedì 16 giugno 2011
Cose che si perdono per sempre.
Isabel è nata con una particolarità che la rendeva unica. I capelli.
Meravigliosi e lunghi capelli neri di seta, che inizialmente le stavano dritti e che si sono abbassati solo al quarto mese di vita.
La gente mi fermava per strada per i suoi capelli.
Aveva un delizioso ciuffo che veniva giù dalla fronte a incorniciare il suo bellissimo viso e chiunque la vedesse diceva che non aveva mai visto una bimba con capelli più belli.
Con l'arrivo del caldo i capelli hanno iniziato a darle fastidio. Nel collo e nella schiena le sono spuntati mille puntini rossi e gonfi. La pediatra mi ha spiegato che si trattava di sudamina e che sarebbe stato opportuno accorciarli appena per evitarle il fastidio e il bruciore.
Io mi sono opposta per quanto ho potuto ma la piccola sembrava soffrire particolarmente quindi ho ceduto e ieri abbiamo deciso di affidarci a mia cognata (parrucchiera) per tagliarli.
"Appena una spuntatina e SOLO a quelli che le ricadono sul collo e la schiena, mi raccomando!"
Lui invece era dell'idea che la bimba di capelli ne aveva troppi, e che per farla sudare meno avremmo dovuto alleggerire anche la parte sopra. E i lati.
Ok, i capelli erano veramente lunghi, ed è verissimo, sudava come una matta anche sulla fronte e sui lati.
Ed è così che adesso mi ritrovo una bimba che non riconosco. Una bimba di sette mesi con un taglio scalato che mi fa orrore per quanto è lontano dalla sua natura di bimba poco più che neonata.
Io dicevo basta, lui diceva ancora.
Mi sono arrabbiata ma lui non ha capito.
Non ha capito che il mio non era solo un capriccio estetico.
Ho passato la notte in lacrime.
Un lutto in piena regola, e non è che adesso sto meglio.
Mi sono alzata dal letto dieci volte, questa notte. Mi affacciavo alla culla e non riconoscevo la mia piccola.
Perchè la mia bambina, come era due giorni fa non la rivedrò mai più. Perchè i capelli cresceranno, ma anche il suo viso cambierà. E niente mi potrà ridare quella bimba con la faccia da monella e il ciuffo ribelle che le accarezza la fronte.
Le abbiamo portato via la metà della sua bellezza e della sua unicità.
Ho pianto e litigato con lui. E pianto.
Perchè quei ciuffi di capelli che ho messo da parte e che custodisco gelosamente non sono semplicemente i capelli della mia bambina.
Quelli sono i primi capelli che le sono spuntati quando ancora era nel mio ventre. I capelli che si intravedevano dalle ecografie, ancor prima che la conoscessi.
E' stato come recidere per l'ennesima volta un legame così intimo da destabilizzarmi.
E la tristezza di oggi è un'eco della tristezza post partum che si accompagna al senso di colpa per non essermi opposta più strenuamente.
E adesso sorride e non la riconosco.
Guardo i suoi capelli, e vedo uno scempio.
Non trovo più la mia bambina.
Meravigliosi e lunghi capelli neri di seta, che inizialmente le stavano dritti e che si sono abbassati solo al quarto mese di vita.
La gente mi fermava per strada per i suoi capelli.
Aveva un delizioso ciuffo che veniva giù dalla fronte a incorniciare il suo bellissimo viso e chiunque la vedesse diceva che non aveva mai visto una bimba con capelli più belli.
Con l'arrivo del caldo i capelli hanno iniziato a darle fastidio. Nel collo e nella schiena le sono spuntati mille puntini rossi e gonfi. La pediatra mi ha spiegato che si trattava di sudamina e che sarebbe stato opportuno accorciarli appena per evitarle il fastidio e il bruciore.
Io mi sono opposta per quanto ho potuto ma la piccola sembrava soffrire particolarmente quindi ho ceduto e ieri abbiamo deciso di affidarci a mia cognata (parrucchiera) per tagliarli.
"Appena una spuntatina e SOLO a quelli che le ricadono sul collo e la schiena, mi raccomando!"
Lui invece era dell'idea che la bimba di capelli ne aveva troppi, e che per farla sudare meno avremmo dovuto alleggerire anche la parte sopra. E i lati.
Ok, i capelli erano veramente lunghi, ed è verissimo, sudava come una matta anche sulla fronte e sui lati.
Ed è così che adesso mi ritrovo una bimba che non riconosco. Una bimba di sette mesi con un taglio scalato che mi fa orrore per quanto è lontano dalla sua natura di bimba poco più che neonata.
Io dicevo basta, lui diceva ancora.
Mi sono arrabbiata ma lui non ha capito.
Non ha capito che il mio non era solo un capriccio estetico.
Ho passato la notte in lacrime.
Un lutto in piena regola, e non è che adesso sto meglio.
Mi sono alzata dal letto dieci volte, questa notte. Mi affacciavo alla culla e non riconoscevo la mia piccola.
Perchè la mia bambina, come era due giorni fa non la rivedrò mai più. Perchè i capelli cresceranno, ma anche il suo viso cambierà. E niente mi potrà ridare quella bimba con la faccia da monella e il ciuffo ribelle che le accarezza la fronte.
Le abbiamo portato via la metà della sua bellezza e della sua unicità.
Ho pianto e litigato con lui. E pianto.
Perchè quei ciuffi di capelli che ho messo da parte e che custodisco gelosamente non sono semplicemente i capelli della mia bambina.
Quelli sono i primi capelli che le sono spuntati quando ancora era nel mio ventre. I capelli che si intravedevano dalle ecografie, ancor prima che la conoscessi.
E' stato come recidere per l'ennesima volta un legame così intimo da destabilizzarmi.
E la tristezza di oggi è un'eco della tristezza post partum che si accompagna al senso di colpa per non essermi opposta più strenuamente.
E adesso sorride e non la riconosco.
Guardo i suoi capelli, e vedo uno scempio.
Non trovo più la mia bambina.
venerdì 10 giugno 2011
Uccidete la gatta (e date na botta in testa all'orso).
Per la serie qualcuno me lo spieghi (devo assolutamente inaugurare una nuova etichetta!), oggi vorrei sviscerare un problema che probabilmente tocca solo me. Ovvero: chi cazzo ha inventato Hello Kitty?!
No, adesso qualcuno me lo deve spiegare che c'ha di bello quella gatta con la faccia leziosa e innocente.
Perchè io la odio a morte e non si sa come, Isabel ha già collezionato tutta una serie di roba con la gattaccia malefica, che non si capisce perchè.
Nel nostro inventario possiamo menzionare vestiti (t-shirt, abitini, gonne, scarpe), seggiolino per il tavolo, giocattoli vari. Ovviamente tutta roba regalata da terzi.
L'altra sera a cena dai miei si parlava di mare e del primo costume di Trudi e dicevo appunto che gli unici costumini interi che avevo visto nei negozi erano tutti sul tema Hello Kitty e/o Winny Pooh.
Winny Pooh.
Oddio.
Se dovessi decidere a chi dare fuoco tra i due avrei seri problemi sulla scelta.
Non capisco perchè i produttori di cartoni/giocattoli pensano che un cartone/gioco per piacere ad un bambino debba parlare con una voce da deficiente e dire cose deficienti. Vabbè.
Dicevo appunto che non volevo arrendermi alla moda e che avrei cercato una qualsiasi variante piuttosto che pagare un costume con la gattaccia stampata sopra.
Quindi mia madre non si è persa d'animo e ieri è arrivata a casa con in dono il primo costumino di Isabel.
Rosa confetto a righine bianche... con la stampa di Hello Kitty.
E le ha pure regalato il suo primo telo mare. Di Hello Kitty.
"Ma...mma... Hell... Mamma ma le hai comprato il costume con la gatta... MAMMA?!"
"No, non è un gatto! è HELLOKITTY!"
Almeno Isabel è sembrata entusiasta.
No, adesso qualcuno me lo deve spiegare che c'ha di bello quella gatta con la faccia leziosa e innocente.
Perchè io la odio a morte e non si sa come, Isabel ha già collezionato tutta una serie di roba con la gattaccia malefica, che non si capisce perchè.
Nel nostro inventario possiamo menzionare vestiti (t-shirt, abitini, gonne, scarpe), seggiolino per il tavolo, giocattoli vari. Ovviamente tutta roba regalata da terzi.
L'altra sera a cena dai miei si parlava di mare e del primo costume di Trudi e dicevo appunto che gli unici costumini interi che avevo visto nei negozi erano tutti sul tema Hello Kitty e/o Winny Pooh.
Winny Pooh.
Oddio.
Se dovessi decidere a chi dare fuoco tra i due avrei seri problemi sulla scelta.
Non capisco perchè i produttori di cartoni/giocattoli pensano che un cartone/gioco per piacere ad un bambino debba parlare con una voce da deficiente e dire cose deficienti. Vabbè.
Dicevo appunto che non volevo arrendermi alla moda e che avrei cercato una qualsiasi variante piuttosto che pagare un costume con la gattaccia stampata sopra.
Quindi mia madre non si è persa d'animo e ieri è arrivata a casa con in dono il primo costumino di Isabel.
Rosa confetto a righine bianche... con la stampa di Hello Kitty.
E le ha pure regalato il suo primo telo mare. Di Hello Kitty.
"Ma...mma... Hell... Mamma ma le hai comprato il costume con la gatta... MAMMA?!"
"No, non è un gatto! è HELLOKITTY!"
Almeno Isabel è sembrata entusiasta.
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martedì 7 giugno 2011
La banana no.
In tema alimentazione sono un po' bacchettona, lo ammetto.
Sono stata una bambina un bel po' rotondetta malgrado mia madre fosse parente stretta di Hitler e mi tenesse a stecchetto, per quanto poteva.
Le mie merende erano a base di frutta e/o verdure. Di banane, arance, mele, pere, carote e finocchi ne so più io di un fruttivendolo. O yogurt (magro, of course). Le merendine mi erano concesse una volta a settimana, massimo due.
Inutile dire che quando a ricreazione i miei compagni di classe tiravano fuori il tegolino o la pizzetta, dentro di me odiavo profondamente mia madre.
Naturalmente poi cresci e capisci che se è vero che è stato tremendamente ingiusto ti ha pure salvato da una obesità quasi certa.
Isabel non verrà trattata molto diversamente. Certo cercherò di essere un po' più elastica e se la piccola dimostrerà di avere un metabolismo tipico delle costituzioni magre sarò ben felice di concederle qualche merenda diversa. Questo non perchè ci tengo che sia esteticamente magra (anche se so per esperienza diretta che "magra è più facile"), ma perchè ci tengo che sia sana. Al momento la sua dieta prevede solo ed esclusivamente cose adatte alla suà età, ma soprattutto sane e prive di sale e zuccheri aggiunti.
Ovviamente per questo motivo passo per la paranoica che non vuole far sperimentare a sua figlia la vasta gamma di sapori che il mondo ci offre.
Una conoscente sostiene che i bambini devono iniziare subito a sperimentare i diversi sapori per essere, un giorno, adulti che mangeranno tutto.
E quando dice "subito" e "tutto" non scherza.
Suo figlio ha iniziato alla grande, con la kinder delice a due o tre mesi. A sette gli concedevano già un cucchiano di caffè dopo pranzo. La pappa rigorosamente con il sale, perchè se no che gusto ha?!
Il piccolo insomma ha già sperimentato abbondantemente. E la sua mamma non manca mai di aggiungere all'elenco qualsiasi cosa nuova.
Succede che si va a cena fuori tutti insieme e si decide di mangiare il pesce. Io già tremo all'idea di cosa possa finire in bocca al piccolo di otto mesi mentre loro attaccano con la solfa del "i bambini devono abituarsi ai sapori fin da subito" e mi predicono che Isabel di certo sarà una bimba schizzinosa e che la colpa è ovviamente mia perchè non la sto abituando a mangiare di tutto e bla bla bla...
Per farla breve il piccolo ha assaggiato l'impepata di cozze, la cappasanta gratinata e la conocchia marinata. Io c'ho provato a buttar là un "ma non è un po' presto per i crostacei?!" ma niente, la risposta è stata "ma un pezzettino piccolino che male puo' fargli!?"
Finalmente ci alziamo da tavola e si decide di andare a mangiare il dessert da un'altra parte. Giriamo un po' e si fanno le dieci e mezza prima di trovare un posto decente. Ordiniamo e arrivano quelle belle coppe di gelato e frutta con otto chili di panna montata sopra, avete presente? Ecco. Il papà del piccolo pesca un pezzo di banana dalla coppa e la offre al bimbo. La mamma lo guarda con sguardo ammonitore ed esclama: "Cazzo, Fabri, la banana a quest'ora no, però... "
Ecco. Io non ho mica capito se mi stavano prendendo tutti per il culo.
Sono stata una bambina un bel po' rotondetta malgrado mia madre fosse parente stretta di Hitler e mi tenesse a stecchetto, per quanto poteva.
Le mie merende erano a base di frutta e/o verdure. Di banane, arance, mele, pere, carote e finocchi ne so più io di un fruttivendolo. O yogurt (magro, of course). Le merendine mi erano concesse una volta a settimana, massimo due.
Inutile dire che quando a ricreazione i miei compagni di classe tiravano fuori il tegolino o la pizzetta, dentro di me odiavo profondamente mia madre.
Naturalmente poi cresci e capisci che se è vero che è stato tremendamente ingiusto ti ha pure salvato da una obesità quasi certa.
Isabel non verrà trattata molto diversamente. Certo cercherò di essere un po' più elastica e se la piccola dimostrerà di avere un metabolismo tipico delle costituzioni magre sarò ben felice di concederle qualche merenda diversa. Questo non perchè ci tengo che sia esteticamente magra (anche se so per esperienza diretta che "magra è più facile"), ma perchè ci tengo che sia sana. Al momento la sua dieta prevede solo ed esclusivamente cose adatte alla suà età, ma soprattutto sane e prive di sale e zuccheri aggiunti.
Ovviamente per questo motivo passo per la paranoica che non vuole far sperimentare a sua figlia la vasta gamma di sapori che il mondo ci offre.
Una conoscente sostiene che i bambini devono iniziare subito a sperimentare i diversi sapori per essere, un giorno, adulti che mangeranno tutto.
E quando dice "subito" e "tutto" non scherza.
Suo figlio ha iniziato alla grande, con la kinder delice a due o tre mesi. A sette gli concedevano già un cucchiano di caffè dopo pranzo. La pappa rigorosamente con il sale, perchè se no che gusto ha?!
Il piccolo insomma ha già sperimentato abbondantemente. E la sua mamma non manca mai di aggiungere all'elenco qualsiasi cosa nuova.
Succede che si va a cena fuori tutti insieme e si decide di mangiare il pesce. Io già tremo all'idea di cosa possa finire in bocca al piccolo di otto mesi mentre loro attaccano con la solfa del "i bambini devono abituarsi ai sapori fin da subito" e mi predicono che Isabel di certo sarà una bimba schizzinosa e che la colpa è ovviamente mia perchè non la sto abituando a mangiare di tutto e bla bla bla...
Per farla breve il piccolo ha assaggiato l'impepata di cozze, la cappasanta gratinata e la conocchia marinata. Io c'ho provato a buttar là un "ma non è un po' presto per i crostacei?!" ma niente, la risposta è stata "ma un pezzettino piccolino che male puo' fargli!?"
Finalmente ci alziamo da tavola e si decide di andare a mangiare il dessert da un'altra parte. Giriamo un po' e si fanno le dieci e mezza prima di trovare un posto decente. Ordiniamo e arrivano quelle belle coppe di gelato e frutta con otto chili di panna montata sopra, avete presente? Ecco. Il papà del piccolo pesca un pezzo di banana dalla coppa e la offre al bimbo. La mamma lo guarda con sguardo ammonitore ed esclama: "Cazzo, Fabri, la banana a quest'ora no, però... "
Ecco. Io non ho mica capito se mi stavano prendendo tutti per il culo.
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lunedì 6 giugno 2011
Qualcuno me lo spieghi...
Scusate la latitanza ma questo è un periodo assai strano e pieno di roba.
Tra fortunati eventi ( forse riusciamo a comprare casa e di sicuro ci sposiamo!) e sfortunati incidenti di percorso (lui deve operarsi d'urgenza, un'altra volta :-( ) Trudi ha deciso che mamma-è-bello-e-meglio.
Dopo i primi mesi di adattamento alla Vita, Isabel aveva finalmente assaporato un po' di indipendenza... iniziava a stare volentieri con gli altri senza frignare-non-stop, aveva iniziato a rotolarsi libera sul tappetone con i giochi, stava seduta sul seggiolone a limonare con oggetti di vario tipo per quasi 10 minuti di fila senza voler venire in braccio e la vita sembrava sorridere di nuovo.
Questo accadeva un mese fa.
E' che mia figlia c'ha la sindrome del gambero, tipo.
Anzichè andare avanti va indietro.
Perchè, non si sa come, ma è tornata ad avere un bisogno di mamma estremo.
Negli ultimi dieci giorni si è riappropriata del suo sacrosanto diritto ad essere figlia-frignona-mammona e io ho perso immediatamente la poca libertà acquistata.
Adesso si rifiuta di andare in braccio a chicchessia per più di un minuto e mezzo. Viene presa dai nonni, zii, amici e la sua reazione è di pianto quasi immediato e lancio tra le mie braccia.
Non vuole mangiare con nessuno che non sia la sottoscritta.
E il tappetone è un Felicissimo ricordo. Per me, almeno.
In tema tornare indietro c'è tutta una serie di altre cose tipo dire "MAMMA".
Lo disse la prima volta a 5 mesi e 26 giorni, prestissimo a dire il vero. Lo ripetè per circa una decina di giorni. Poi basta. Ora non lo dice nemmeno sotto ricatto.
Avevamo iniziato splendidamente lo svezzamento. Mangiava di gusto, seduta sul suo seggiolone, contentissima e collaborativa. Non ha mai sputato il cibo o fatto pernacchie. Se ne stava seduta, a bocca aperta, aspettando con ansia ogni cucchiaiata.
Ora piange, si dimena ed emette suoni di rabbia e frustrazione inequivocabili. Però continua ad aprire la bocca ad ogni boccone e non rifiuta il cibo.
Non sembra comportarsi così perchè è sazia o perchè la pappa non le piace. Anche perchè inizia a dimenarsi dopo due secondi che è seduta sul seggiolone, ancor prima che io arrivi col piatto.
E' che io non capisco... ha sempre mangiato seduta sul seggiolone, non abbiamo voluto darle il vizio di mangiare tra le braccia di qualcuno, tanto meno le mie.
Qualcuno sa darmi una spiegazione?! Il momento del pasto sta diventando frustrante a livelli inverosimili e io davvero le ho provate tutte ma la situazione non cambia. Sembra che per lei dimenarsi e frignare mentre mangia sia diventata la normalità.
Senza considerare che nemmeno il latte sembra piacerle più. Ne mangia la metà di quello che dovrebbe e poi serra le labbra in segno di rifiuto per quello che resta. Io non insisto. Se lei è sazia e a posto non la ingozzo anche perchè, francamente, non è una bambina patita quindi non servirebbe a nulla insistere e poi voglio che abbia un buon rapporto con l'alimentazione.
Qualcuno sa spiegarmi il perchè di questi strani comportamenti?! Sono pure disposta a pagare...
Tra fortunati eventi ( forse riusciamo a comprare casa e di sicuro ci sposiamo!) e sfortunati incidenti di percorso (lui deve operarsi d'urgenza, un'altra volta :-( ) Trudi ha deciso che mamma-è-bello-e-meglio.
Dopo i primi mesi di adattamento alla Vita, Isabel aveva finalmente assaporato un po' di indipendenza... iniziava a stare volentieri con gli altri senza frignare-non-stop, aveva iniziato a rotolarsi libera sul tappetone con i giochi, stava seduta sul seggiolone a limonare con oggetti di vario tipo per quasi 10 minuti di fila senza voler venire in braccio e la vita sembrava sorridere di nuovo.
Questo accadeva un mese fa.
E' che mia figlia c'ha la sindrome del gambero, tipo.
Anzichè andare avanti va indietro.
Perchè, non si sa come, ma è tornata ad avere un bisogno di mamma estremo.
Negli ultimi dieci giorni si è riappropriata del suo sacrosanto diritto ad essere figlia-frignona-mammona e io ho perso immediatamente la poca libertà acquistata.
Adesso si rifiuta di andare in braccio a chicchessia per più di un minuto e mezzo. Viene presa dai nonni, zii, amici e la sua reazione è di pianto quasi immediato e lancio tra le mie braccia.
Non vuole mangiare con nessuno che non sia la sottoscritta.
E il tappetone è un Felicissimo ricordo. Per me, almeno.
In tema tornare indietro c'è tutta una serie di altre cose tipo dire "MAMMA".
Lo disse la prima volta a 5 mesi e 26 giorni, prestissimo a dire il vero. Lo ripetè per circa una decina di giorni. Poi basta. Ora non lo dice nemmeno sotto ricatto.
Avevamo iniziato splendidamente lo svezzamento. Mangiava di gusto, seduta sul suo seggiolone, contentissima e collaborativa. Non ha mai sputato il cibo o fatto pernacchie. Se ne stava seduta, a bocca aperta, aspettando con ansia ogni cucchiaiata.
Ora piange, si dimena ed emette suoni di rabbia e frustrazione inequivocabili. Però continua ad aprire la bocca ad ogni boccone e non rifiuta il cibo.
Non sembra comportarsi così perchè è sazia o perchè la pappa non le piace. Anche perchè inizia a dimenarsi dopo due secondi che è seduta sul seggiolone, ancor prima che io arrivi col piatto.
E' che io non capisco... ha sempre mangiato seduta sul seggiolone, non abbiamo voluto darle il vizio di mangiare tra le braccia di qualcuno, tanto meno le mie.
Qualcuno sa darmi una spiegazione?! Il momento del pasto sta diventando frustrante a livelli inverosimili e io davvero le ho provate tutte ma la situazione non cambia. Sembra che per lei dimenarsi e frignare mentre mangia sia diventata la normalità.
Senza considerare che nemmeno il latte sembra piacerle più. Ne mangia la metà di quello che dovrebbe e poi serra le labbra in segno di rifiuto per quello che resta. Io non insisto. Se lei è sazia e a posto non la ingozzo anche perchè, francamente, non è una bambina patita quindi non servirebbe a nulla insistere e poi voglio che abbia un buon rapporto con l'alimentazione.
Qualcuno sa spiegarmi il perchè di questi strani comportamenti?! Sono pure disposta a pagare...
giovedì 26 maggio 2011
Fiera e Felice.
Me ne sto seduta qui, con un sorriso ebete stampato sulla faccia, Soddisfatta e Felice. Felice davvero.
Stamattina siamo state dalla pediatra per il controllo del sesto mese e sono tornata a casa con un bilancio di salute perfetto. E anche qualcosa di più.
"La piccola è molto sveglia rispetto alla sua età. Mostra uno sviluppo cognitivo e di apprendimento fuori dal comune. Complimenti, signora, è evidente che la piccola è seguita e adeguatamente stimolata."
E io... no, non mi sono messa a piangere. Ho pur sempre una dignità da difendere.
Ho aspettato di arrivare a casa, almeno.
Ho pianto mentre lo raccontavo a lui. Piena di Orgoglio.
Perchè io di tempo ce ne ho speso. Anche quando ero stanca e non ne avevo voglia.
L'ho coltivata come una piantina. Con cura, pazienza, amore.
E sentirmi dire che ho fatto un buon lavoro è stato come un balsamo per l'anima.
Un balsamo che ha guarito un po' di quei sensi di colpa che mi porto dietro dal parto.
E la AMO da Morire. Sempre di più.
Per la cronaca:
La ragazza pesa 9.200 Kg per 72 cm.
La pediatra dice che va benissimo perchè anche se come peso è al massimo della curva di crescita è proporzionale alla lunghezza e quindi è perfetta.
Stamattina siamo state dalla pediatra per il controllo del sesto mese e sono tornata a casa con un bilancio di salute perfetto. E anche qualcosa di più.
"La piccola è molto sveglia rispetto alla sua età. Mostra uno sviluppo cognitivo e di apprendimento fuori dal comune. Complimenti, signora, è evidente che la piccola è seguita e adeguatamente stimolata."
E io... no, non mi sono messa a piangere. Ho pur sempre una dignità da difendere.
Ho aspettato di arrivare a casa, almeno.
Ho pianto mentre lo raccontavo a lui. Piena di Orgoglio.
Perchè io di tempo ce ne ho speso. Anche quando ero stanca e non ne avevo voglia.
L'ho coltivata come una piantina. Con cura, pazienza, amore.
E sentirmi dire che ho fatto un buon lavoro è stato come un balsamo per l'anima.
Un balsamo che ha guarito un po' di quei sensi di colpa che mi porto dietro dal parto.
E la AMO da Morire. Sempre di più.
Per la cronaca:
La ragazza pesa 9.200 Kg per 72 cm.
La pediatra dice che va benissimo perchè anche se come peso è al massimo della curva di crescita è proporzionale alla lunghezza e quindi è perfetta.
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mercoledì 25 maggio 2011
Acrobazie Notturne?!
Stamattina, al mio risveglio sono andata a controllare Trudi e per la prima volta ho visto questo:
E questo:
La Piccola dormiva Beata, seppure la posizione non fosse proprio ideale.
E' la prima volta che la trovo in una posizione che non sia quella in cui è stata messa a dormire.
Le immagini si commentano da sole.
Ps. Scusate la qualità delle foto. A mia discolpa posso solo dire che:
a - non sono proprio il genio della fotografia;
b - tutto ciò è stato fatto in semibuio per non svegliare la piccola.
E questo:
La Piccola dormiva Beata, seppure la posizione non fosse proprio ideale.
E' la prima volta che la trovo in una posizione che non sia quella in cui è stata messa a dormire.
Le immagini si commentano da sole.
Ps. Scusate la qualità delle foto. A mia discolpa posso solo dire che:
a - non sono proprio il genio della fotografia;
b - tutto ciò è stato fatto in semibuio per non svegliare la piccola.
martedì 24 maggio 2011
Donne vi Ammiro (e invidio, pure).
Guardo la mia casa e quello che vedo è disordine, sporco e ancora disordine e ancora sporco.
E una montagna di panni da lavare. E stendere. E stirare.
Guardo i vetri delle finestre: l'ultima volta che hanno visto acqua e detergente è stato tre giorni prima che partorissi. E Isabel c'ha sei mesi e 11 giorni, fate un po' voi i conti.
Allo specchio non mi ci guardo nemmeno più.
Lo stato di abbandono e disordine di me stessa sono il riflesso della casa, più o meno (a parte il fatto che almeno la doccia riesco a farmela tutti i giorni).
Ecco... se siete donne e madri di quelle che si fanno il mazzo per gestire casa-bambini-lavoro senza l'ausilio di colf e baby sitter e riescono pure ad uscire di casa in una mise che non preveda solo tuta o roba comoda e sneakers , e che talvolta riescono pure a darsi una mano di rimmel e passarsi una mano di piastra, ebbene, avete tutta la mia ammirazione! E pure la mia invidia.
Il punto è che io non ce la faccio a seguire tutto. Isabel dorme poco durante il giorno, facendo brevi pisolini di 15 minuti massimo che mi concedono di fare davvero poco. Quando lei si addormenta, sempre in braccio, e sono fortunata a riuscirla a metterla giù senza che si svegli immediatamente, mi trovo davanti a una scelta: lavo i piatti o metto su la lavatrice?! Passo lo straccio in cucina o pulisco il bagno?
Mai che mi venga in mente di pensare di fare qualcosa per me.
Le mie unghie sono perennemente rovinate (e per fortuna non ho il vizio di mangiarle!) quelle rare volte che mia sorella mi becca e mi dà una passata di smalto, quello rimane scheggiato e rovinato finchè la naturale crescita o l'acqua non lo mandano via del tutto.
I miei trucchi mi toccherà buttarli: immagino si siano tutti seccati e... no, non potete davvero immaginare in che stato sono i miei capelli.
Ho dovuto rinunciare alla mia lunghissima e splendida chioma già in gravidanza per motivi di praticità (ho fatto quasi 4 mesi a letto ed erano diventati orrendi.) Poi si erano allungati fino a raggiungere una lunghezza abbastanza femminile e accettabile ma ho dovuto tagliarli nuovamente perchè erano rovinatissimi, non riuscivo a curarli e per di più dovevo tenerli perennemente legati perchè:
a - ne perdevo più di quelli che rimanevano in testa;
b - i pochi superstiti venivano messi a dura prova dalle manine di Isabel che si diverte TAAAAAAANTO ad appendercisi.
Insomma, come si fa a tenere tutto in equilibrio?! Ad avere una casa accettabile, a riuscire ad essere sempre in ordine, presentabili e femminili?!
Davvero ammiro le taaante donne che ci riescono, perchè io guardo casa mia, guardo me e mi viene da piangere. Eppure so che ci sono superdonne che ci riescono e vorrei tanto sapere qual è il segreto, perchè qui non ci si capisce più una mazza e se domani Lui mi dicesse che s'è trovato l'amante non potrei di certo dirmi sorpresa, ecco.
Come si fa a tenere pulita e in ordine la casa con una bambina che richiede costante attenzione e non dorme quasi mai?!
Come e dove si trova il tempo per mettersi a posto i capelli, laccarsi le unghie e mantenerle in uno stato decente, riuscire a trovare il tempo per fare un po' di shopping, truccarsi di quando in quando?!
Il week end Lui è a casa e riusciamo ad uscire tutti e tre insieme col vantaggio (?!?!) che può tenere la bimba mentre io mi preparo. Quindi gli mollo Trudi, mi infilo in bagno con tanto entusiasmo e buoni propositi e inizio la mia toletta.
Dopo due minuti la bimba urla, lui mi chiama.
Esco, ristabilisco l'ordine e rientro in bagno.
Passati altri 5 minuti, attacca a urlarmi domande di ogni genere:
"cosa devo mettere in borsa?!"
"le solite cose!" urlo di rimando.
"Mi rinfreschi la memoria?!"
Attacco con la lista, ripetendo più volte per sovrastare le urla di Isabel e la distanza che ci separa.
"Cosa metto alla bimba?! e le scarpe?! il body a manica corta o canotta?! bianco o rosa?!"
"E' tutto sul fasciatoio! Ho preparato tutto!"
"Cosa?! Non sento!! Isabel non piangere... no, no... su.. su... COSA?! MI SENTI?! IO NON TI HO SENTITO!!"
Alchè presa dallo sfinimento, rinuncio ai miei buoni propositi ed esco alla meno peggio. Perchè, donne, ditemi se mi sbaglio, è molto più facile e meno stressante fare le cose al posto loro in due minuti piuttosto che stare lì a guardarli mentre ci mettono un'ora e un quarto a preparare una borsa già mezza pronta e sentirsi fare un milione di domande, a volte pure stupide (quanti pannolini prendo?! cazzo andiamo a fare la spesa all'A&O dietro casa, mancheremo al massimo 30 minuti, quanti pannolini vuoi che servano?!)
Io lo so che anche questo passerà, e lo so che non è facile, ci vuole pazienza ecc ecc... ma per certi versi mi sono proprio cadute le palle per terra, ecco.
PS. Ovviamente mi manca pure il tempo per il blog (per il mio, per quello degli altri, per leggervi e commentarvi cosa che mi piacerebbe tantissimo poter fare). Per darvi un'idea vi dico solo che questo post è stato scritto a cinque mandate. Salvato in bozze e ripreso per ben cinque volte.
Tutti i miei post nascono da ottimi propositi, molte idee su come e cosa voglio scrivere di ciò che sto vivendo, ma spesso il fatto di doverli riprendere più volte fa passare l'ispirazione, quindi scusate se trovate ripetizioni o perdete il filo. Probabilmente, come voi, l'ho perso anche io. E chiedo scusa pure a chi legge e commenta se non trova mie risposte. Quando ho due minuti per rispondere lo faccio, diversamente perdonatemi!!
E una montagna di panni da lavare. E stendere. E stirare.
Guardo i vetri delle finestre: l'ultima volta che hanno visto acqua e detergente è stato tre giorni prima che partorissi. E Isabel c'ha sei mesi e 11 giorni, fate un po' voi i conti.
Allo specchio non mi ci guardo nemmeno più.
Lo stato di abbandono e disordine di me stessa sono il riflesso della casa, più o meno (a parte il fatto che almeno la doccia riesco a farmela tutti i giorni).
Ecco... se siete donne e madri di quelle che si fanno il mazzo per gestire casa-bambini-lavoro senza l'ausilio di colf e baby sitter e riescono pure ad uscire di casa in una mise che non preveda solo tuta o roba comoda e sneakers , e che talvolta riescono pure a darsi una mano di rimmel e passarsi una mano di piastra, ebbene, avete tutta la mia ammirazione! E pure la mia invidia.
Il punto è che io non ce la faccio a seguire tutto. Isabel dorme poco durante il giorno, facendo brevi pisolini di 15 minuti massimo che mi concedono di fare davvero poco. Quando lei si addormenta, sempre in braccio, e sono fortunata a riuscirla a metterla giù senza che si svegli immediatamente, mi trovo davanti a una scelta: lavo i piatti o metto su la lavatrice?! Passo lo straccio in cucina o pulisco il bagno?
Mai che mi venga in mente di pensare di fare qualcosa per me.
Le mie unghie sono perennemente rovinate (e per fortuna non ho il vizio di mangiarle!) quelle rare volte che mia sorella mi becca e mi dà una passata di smalto, quello rimane scheggiato e rovinato finchè la naturale crescita o l'acqua non lo mandano via del tutto.
I miei trucchi mi toccherà buttarli: immagino si siano tutti seccati e... no, non potete davvero immaginare in che stato sono i miei capelli.
Ho dovuto rinunciare alla mia lunghissima e splendida chioma già in gravidanza per motivi di praticità (ho fatto quasi 4 mesi a letto ed erano diventati orrendi.) Poi si erano allungati fino a raggiungere una lunghezza abbastanza femminile e accettabile ma ho dovuto tagliarli nuovamente perchè erano rovinatissimi, non riuscivo a curarli e per di più dovevo tenerli perennemente legati perchè:
a - ne perdevo più di quelli che rimanevano in testa;
b - i pochi superstiti venivano messi a dura prova dalle manine di Isabel che si diverte TAAAAAAANTO ad appendercisi.
Insomma, come si fa a tenere tutto in equilibrio?! Ad avere una casa accettabile, a riuscire ad essere sempre in ordine, presentabili e femminili?!
Davvero ammiro le taaante donne che ci riescono, perchè io guardo casa mia, guardo me e mi viene da piangere. Eppure so che ci sono superdonne che ci riescono e vorrei tanto sapere qual è il segreto, perchè qui non ci si capisce più una mazza e se domani Lui mi dicesse che s'è trovato l'amante non potrei di certo dirmi sorpresa, ecco.
Come si fa a tenere pulita e in ordine la casa con una bambina che richiede costante attenzione e non dorme quasi mai?!
Come e dove si trova il tempo per mettersi a posto i capelli, laccarsi le unghie e mantenerle in uno stato decente, riuscire a trovare il tempo per fare un po' di shopping, truccarsi di quando in quando?!
Il week end Lui è a casa e riusciamo ad uscire tutti e tre insieme col vantaggio (?!?!) che può tenere la bimba mentre io mi preparo. Quindi gli mollo Trudi, mi infilo in bagno con tanto entusiasmo e buoni propositi e inizio la mia toletta.
Dopo due minuti la bimba urla, lui mi chiama.
Esco, ristabilisco l'ordine e rientro in bagno.
Passati altri 5 minuti, attacca a urlarmi domande di ogni genere:
"cosa devo mettere in borsa?!"
"le solite cose!" urlo di rimando.
"Mi rinfreschi la memoria?!"
Attacco con la lista, ripetendo più volte per sovrastare le urla di Isabel e la distanza che ci separa.
"Cosa metto alla bimba?! e le scarpe?! il body a manica corta o canotta?! bianco o rosa?!"
"E' tutto sul fasciatoio! Ho preparato tutto!"
"Cosa?! Non sento!! Isabel non piangere... no, no... su.. su... COSA?! MI SENTI?! IO NON TI HO SENTITO!!"
Alchè presa dallo sfinimento, rinuncio ai miei buoni propositi ed esco alla meno peggio. Perchè, donne, ditemi se mi sbaglio, è molto più facile e meno stressante fare le cose al posto loro in due minuti piuttosto che stare lì a guardarli mentre ci mettono un'ora e un quarto a preparare una borsa già mezza pronta e sentirsi fare un milione di domande, a volte pure stupide (quanti pannolini prendo?! cazzo andiamo a fare la spesa all'A&O dietro casa, mancheremo al massimo 30 minuti, quanti pannolini vuoi che servano?!)
Io lo so che anche questo passerà, e lo so che non è facile, ci vuole pazienza ecc ecc... ma per certi versi mi sono proprio cadute le palle per terra, ecco.
PS. Ovviamente mi manca pure il tempo per il blog (per il mio, per quello degli altri, per leggervi e commentarvi cosa che mi piacerebbe tantissimo poter fare). Per darvi un'idea vi dico solo che questo post è stato scritto a cinque mandate. Salvato in bozze e ripreso per ben cinque volte.
Tutti i miei post nascono da ottimi propositi, molte idee su come e cosa voglio scrivere di ciò che sto vivendo, ma spesso il fatto di doverli riprendere più volte fa passare l'ispirazione, quindi scusate se trovate ripetizioni o perdete il filo. Probabilmente, come voi, l'ho perso anche io. E chiedo scusa pure a chi legge e commenta se non trova mie risposte. Quando ho due minuti per rispondere lo faccio, diversamente perdonatemi!!
lunedì 23 maggio 2011
Momenti per cui vale la pena.
Essere mamma è faticoso. Bello, sì, ma tremendamente faticoso.
Ci insegnano che è naturale, istintivo, facile.
Ci insegnano che siamo nate per questo, che la nostra natura è portata a questo compito.
Nessuno (o quasi) dice quanto sia faticoso dividersi tra il desiderio di darsi al 100% e la voglia di evadere, ogni tanto.
Ci sono giorni perfetti, giorni in cui ci si guarda attorno e si scopre di aver trovato un angolo Felice e Indispensabile della nostra imperfetta Vita.
Ci sono giorni che l'unica cosa che si vorrebbe fare prevede un volo solo andata (possibilmente prima classe) per "Far Far Away"
Il punto è che nello stesso momento in cui elabori il sogno di vederti libera e sdraiata al sole con tanto di donnina che ti fa un massaggio rilassante all'ombra di una palma di una spiaggia da sogno, una parte di te pensa "uhm... e la bambina?! dov'è la bambina?! era qui un attimo fa..."
Ecco, fine del sogno.
Perchè tutte vorremmo scappare, ma nessuna scapperebbe davvero senza il proprio figlio.
O almeno, io non ci riuscirei.
Perchè capita, anche nelle giornate più storte, di prendersi un minuto per osservarla senza essere viste, e toccare con mano quell'amore sconfinato che ci lega a quella minuscola creatura sdentata.
Basta un sorriso, di quelli che mozzano il fiato da quanto sono belli, sinceri. O la sua manina che ti accarezza il viso mentre con sguardo particolarmente concentrato studia le linee del tuo volto.
Basta un abbraccio, di quelli appassionati, con tanto di manine che afferrano i capelli e visino affondato sul tuo petto.
Ecco, tutto questo (e molto altro) non ha prezzo. E non lo scambierei per nulla al mondo con un massaggio sulla spiaggia dei sogni.
Ci insegnano che è naturale, istintivo, facile.
Ci insegnano che siamo nate per questo, che la nostra natura è portata a questo compito.
Nessuno (o quasi) dice quanto sia faticoso dividersi tra il desiderio di darsi al 100% e la voglia di evadere, ogni tanto.
Ci sono giorni perfetti, giorni in cui ci si guarda attorno e si scopre di aver trovato un angolo Felice e Indispensabile della nostra imperfetta Vita.
Ci sono giorni che l'unica cosa che si vorrebbe fare prevede un volo solo andata (possibilmente prima classe) per "Far Far Away"
Il punto è che nello stesso momento in cui elabori il sogno di vederti libera e sdraiata al sole con tanto di donnina che ti fa un massaggio rilassante all'ombra di una palma di una spiaggia da sogno, una parte di te pensa "uhm... e la bambina?! dov'è la bambina?! era qui un attimo fa..."
Ecco, fine del sogno.
Perchè tutte vorremmo scappare, ma nessuna scapperebbe davvero senza il proprio figlio.
O almeno, io non ci riuscirei.
Perchè capita, anche nelle giornate più storte, di prendersi un minuto per osservarla senza essere viste, e toccare con mano quell'amore sconfinato che ci lega a quella minuscola creatura sdentata.
Basta un sorriso, di quelli che mozzano il fiato da quanto sono belli, sinceri. O la sua manina che ti accarezza il viso mentre con sguardo particolarmente concentrato studia le linee del tuo volto.
Basta un abbraccio, di quelli appassionati, con tanto di manine che afferrano i capelli e visino affondato sul tuo petto.
Ecco, tutto questo (e molto altro) non ha prezzo. E non lo scambierei per nulla al mondo con un massaggio sulla spiaggia dei sogni.
martedì 17 maggio 2011
Riflessioni semi-notturne.
Guardare le foto di quando eravate giovani, radiose e magre e piangere rendendosi conto che rispetto ad allora non siete più nè radiose nè magre. E sicuramente un po' meno giovani.
E maledirsi perchè, quando eravate giovani, radiose e magre vi guardavate allo specchio facendovi innumerevoli seghe mentali per il culo grosso. E il colorito spento.
Cazzo quanto ero imbecille.
Mi sa che mi devo mettere a dieta. Mi sa.
E maledirsi perchè, quando eravate giovani, radiose e magre vi guardavate allo specchio facendovi innumerevoli seghe mentali per il culo grosso. E il colorito spento.
Cazzo quanto ero imbecille.
Mi sa che mi devo mettere a dieta. Mi sa.
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mercoledì 11 maggio 2011
Parto, cose belle e cose tristi...
Il motivo principale per cui devo fissare tutto nella memoria è che dei momenti più belli ricordo molto poco.
Il parto è stata una tragedia greca in tutti i sensi.
Due giorni di travaglio (e di insonnia), quattro ore di spinte un cesareo d'urgenza e poi il buio...
La tragedia non è stato tanto il dolore (bè, un po' anche quello), più che altro l'attesa estenuante, gli sforzi inutili e per finire la rassegnazione di non essere riuscita a mettere al mondo mia figlia come meritava.
Il buio è arrivato subito... quando mi sono accorta che non ce l'avrei fatta a darle una nascita naturale, ecco mi sono arresa al dolore e alla tristezza... A questo bisogna aggiungere una buona dose di anestesia totale visto che continuavano a bombardarmi di epidurale ma senza successo.
E insomma mi sono svegliata con i medici che continuavano a ripetermi che la piccola stava bene ed era perfetta e bellissima, le ostetriche che andavano e venivano ripentendo "è meravigliosa, congratulazioni" e io, che non capivo un cavolo da quanto ero stordita, ricordo di aver pensato che dovevo essere la prima a vederla e invece decine di persone l'avevano vista e io non sapevo nemmeno che faccia avesse.
Poi, nel buio, un pianto sommesso e qualcuno me l'ha portata, credo lui, e... non riuscivo nemmeno a metterla a fuoco... non ricordo cosa ho detto, cosa ho fatto, non ricordo nemmeno cosa ho pensato... ricordo solo che l'ostetrica me l'ha attaccata al seno dicendomi che da quando ci avevano separate non aveva smesso di piangere un secondo...
Di quei giorni, che io avevo immaginato bellissimi e pieni di gioia, non ricordo quasi nulla... mi hanno detto che la colpa è da attribuirsi alla quantità di anestetico che hanno dovuto darmi e io non posso fare a meno di pensare che se fossi stata capace di metterla al mondo come si deve forse avrei visto mia figlia prima degli altri, avrei potuto stringerla e consolarla subito e probabilmente non avrei passato mesi di buio, tristezza e apatia...
Per i primi tre mesi della sua vita non ho fatto che piangere ed essere triste, ho ripercorso milioni di volte quel momento nella mia testa. L'ho ripercorso con lui, gli ho chiesto tutti i dettagli di ciò che mi ero persa, mille e mille volte gli ho fatto le stesse domande sulle stesse cose... Non è servito a farmi stare meglio. Ma vedere che lui con immenso amore e pazienza aveva memorizzato ogni singolo dettaglio per raccontarmelo mi faceva sentire un po' meno triste.
Mi avevano parlato di baby blues, mi sentivo pronta ad affrontare "un po' di tristezza" ma ho scoperto, passandoci, che non è solo un po' di tristezza. Mi sono sentita in colpa, inadeguata... ho persino pensato di non meritare mia figlia. Pensato che lei potesse non amarmi per la mia incapacità. Ho vissuto fianco a fianco con l'angoscia e l'apatia.
In quel buio, però, ho avuto la forza di chiedere aiuto con la disastrosa conseguenza di stare pure peggio. Ho chiesto aiuto a mamme e donne che avevano partorito da poco, forse non ho chiesto direttamente aiuto ma ho provato più volte a intavolare dialoghi per capire se ero sola, se quello che mi stava capitando succedeva anche ad altre ma le risposte che ottenevo erano devastanti per me.
"Sbalzi d'umore?! Io?! No, davvero sono felicissima... da quando è nato Dieghino siamo felicissimi e più uniti di prima!! Ci ha rimesso al mondo!!"
"No, non mi sento triste. E comunque, scusa ma devo andare a prendere Lauretta dai nonni!"
"E' la cosa più bella che possa capitare a una donna, perchè dovrei sentirmi triste?!"
Ecco, sinceramente tutta questa omertà l'ho trovata deludente. Come donna e come mamma trovo stupido vergognarsi e fingere che vada tutto bene, soprattutto quando è evidente che non va tutto bene.
Anzichè fare squadra, aiutarsi, cercare insieme il modo per venirne fuori (anche se poi si è sempre da sole davanti ai propri fantasmi) ho trovato donne disposte a negare l'evidenza.
Poi, pero', un giorno mi sono accorta che stavo meglio. Non Bene, solo un po' meno male. E ci ho lavorato su. Mi sono impegnata perchè quel po' diventasse ogni giorno di più. E' stata durissima, ma ne è valsa la pena.
Ogni tanto la tristezza di quei giorni torna e ho imparato ad accettarla, sapendo che fa parte di me, di questa esperienza e non posso buttarla via del tutto.
Ma se ne esce, questa è una certezza.
Devo dire grazie a Lui e a Lui soltanto. Perchè in molti (leggi familiari soprattutto) si sono riempiti la bocca di belle parole di conforto ma nessuno si è preso la briga di allungarmi la mano per aiutarmi ad uscire fuori dal baratro. Nessuno tranne Lui.
Il parto è stata una tragedia greca in tutti i sensi.
Due giorni di travaglio (e di insonnia), quattro ore di spinte un cesareo d'urgenza e poi il buio...
La tragedia non è stato tanto il dolore (bè, un po' anche quello), più che altro l'attesa estenuante, gli sforzi inutili e per finire la rassegnazione di non essere riuscita a mettere al mondo mia figlia come meritava.
Il buio è arrivato subito... quando mi sono accorta che non ce l'avrei fatta a darle una nascita naturale, ecco mi sono arresa al dolore e alla tristezza... A questo bisogna aggiungere una buona dose di anestesia totale visto che continuavano a bombardarmi di epidurale ma senza successo.
E insomma mi sono svegliata con i medici che continuavano a ripetermi che la piccola stava bene ed era perfetta e bellissima, le ostetriche che andavano e venivano ripentendo "è meravigliosa, congratulazioni" e io, che non capivo un cavolo da quanto ero stordita, ricordo di aver pensato che dovevo essere la prima a vederla e invece decine di persone l'avevano vista e io non sapevo nemmeno che faccia avesse.
Poi, nel buio, un pianto sommesso e qualcuno me l'ha portata, credo lui, e... non riuscivo nemmeno a metterla a fuoco... non ricordo cosa ho detto, cosa ho fatto, non ricordo nemmeno cosa ho pensato... ricordo solo che l'ostetrica me l'ha attaccata al seno dicendomi che da quando ci avevano separate non aveva smesso di piangere un secondo...
Di quei giorni, che io avevo immaginato bellissimi e pieni di gioia, non ricordo quasi nulla... mi hanno detto che la colpa è da attribuirsi alla quantità di anestetico che hanno dovuto darmi e io non posso fare a meno di pensare che se fossi stata capace di metterla al mondo come si deve forse avrei visto mia figlia prima degli altri, avrei potuto stringerla e consolarla subito e probabilmente non avrei passato mesi di buio, tristezza e apatia...
Per i primi tre mesi della sua vita non ho fatto che piangere ed essere triste, ho ripercorso milioni di volte quel momento nella mia testa. L'ho ripercorso con lui, gli ho chiesto tutti i dettagli di ciò che mi ero persa, mille e mille volte gli ho fatto le stesse domande sulle stesse cose... Non è servito a farmi stare meglio. Ma vedere che lui con immenso amore e pazienza aveva memorizzato ogni singolo dettaglio per raccontarmelo mi faceva sentire un po' meno triste.
Mi avevano parlato di baby blues, mi sentivo pronta ad affrontare "un po' di tristezza" ma ho scoperto, passandoci, che non è solo un po' di tristezza. Mi sono sentita in colpa, inadeguata... ho persino pensato di non meritare mia figlia. Pensato che lei potesse non amarmi per la mia incapacità. Ho vissuto fianco a fianco con l'angoscia e l'apatia.
In quel buio, però, ho avuto la forza di chiedere aiuto con la disastrosa conseguenza di stare pure peggio. Ho chiesto aiuto a mamme e donne che avevano partorito da poco, forse non ho chiesto direttamente aiuto ma ho provato più volte a intavolare dialoghi per capire se ero sola, se quello che mi stava capitando succedeva anche ad altre ma le risposte che ottenevo erano devastanti per me.
"Sbalzi d'umore?! Io?! No, davvero sono felicissima... da quando è nato Dieghino siamo felicissimi e più uniti di prima!! Ci ha rimesso al mondo!!"
"No, non mi sento triste. E comunque, scusa ma devo andare a prendere Lauretta dai nonni!"
"E' la cosa più bella che possa capitare a una donna, perchè dovrei sentirmi triste?!"
Ecco, sinceramente tutta questa omertà l'ho trovata deludente. Come donna e come mamma trovo stupido vergognarsi e fingere che vada tutto bene, soprattutto quando è evidente che non va tutto bene.
Anzichè fare squadra, aiutarsi, cercare insieme il modo per venirne fuori (anche se poi si è sempre da sole davanti ai propri fantasmi) ho trovato donne disposte a negare l'evidenza.
Poi, pero', un giorno mi sono accorta che stavo meglio. Non Bene, solo un po' meno male. E ci ho lavorato su. Mi sono impegnata perchè quel po' diventasse ogni giorno di più. E' stata durissima, ma ne è valsa la pena.
Ogni tanto la tristezza di quei giorni torna e ho imparato ad accettarla, sapendo che fa parte di me, di questa esperienza e non posso buttarla via del tutto.
Ma se ne esce, questa è una certezza.
Devo dire grazie a Lui e a Lui soltanto. Perchè in molti (leggi familiari soprattutto) si sono riempiti la bocca di belle parole di conforto ma nessuno si è preso la briga di allungarmi la mano per aiutarmi ad uscire fuori dal baratro. Nessuno tranne Lui.
Pillole di Trudi.
Trudi compie 6 mesi il 13 Maggio, pesa 8 kg ed è lunga 71 cm.
Ha due bellissimi occhi blu-verde-grigio striati di marrone (detta così potrebbe sembrare quasi un animale mitologico ma tant'è.) che variano ogni giorno. Ha una marea di bellissimi e lunghi capelli neri (anche se, ahimè, si stanno schiarendo).
Un visino tondo e perfetto con tanto di guance rosa alla Heidy e una boccuccia che sembra disegnata.
Ad un mese e mezzo ci ha regalato il suo primo sorriso.
A due mesi si teneva il biberon da sola e tentava le sue prime parole. Ha iniziato con un sommesso "ohhhhhhhhhh!" per arrivare ad oggi con un "MAMMA!" chiarissimo.
Dice anche "ungunngunngunghe" e "angungonghe" e "mammunmam" e "daduddundundun" e altre varianti sui generis.
A quasi quattro mesi faceva le pernacchie, quelle vere, con tanto di lingua e saliva che vola da tutte le parti. Pure su richiesta.
A cinque mesi e 22 giorni le è spuntanto il primo dentino.
Trudi urla come una matta. E se non le dai la giusta attenzione urla più forte.
Come segno di ribellione al sistema, ha imparato a fare le pernacchie quando è infastidita o frustrata perchè nessuno la capisce.
Sorride sempre e a tutti. Tranne a quelli coi baffi: se ne vede uno inizia a piangere nemmeno la stessero scuoiando viva.
Ha una passione sfrenata per le collane, gli occhiali e accessori di vario genere. Pure per i telecomandi e i telefoni. Non quelli giocattolo.
Lei non ne vuole proprio sapere di stare in piedi. Punta appena i piedini e se cerchiamo di farla stare in piedi per più di venti secondi allarga le gambe e fa la spaccata.
Limona con tutto quello che gli capita a tiro. Per fortuna solo oggetti inanimati.
E tira delle sberle che nemmeno Bud Spencer.
Trudi è per la libertà di spazi e movimento. Odia il passeggino, il seggiolino, il seggiolone e tutto ciò che richiede l'ausilio di cinture di sicurezza.
Trudi è anche tante altre cose, magari ve le racconterò strada facendo.
Ma soprattutto è la mia meravigliosa bambina, il mio orgoglio più grande e la cosa migliore che abbia fatto in tutta la mia Vita.
Ha due bellissimi occhi blu-verde-grigio striati di marrone (detta così potrebbe sembrare quasi un animale mitologico ma tant'è.) che variano ogni giorno. Ha una marea di bellissimi e lunghi capelli neri (anche se, ahimè, si stanno schiarendo).
Un visino tondo e perfetto con tanto di guance rosa alla Heidy e una boccuccia che sembra disegnata.
Ad un mese e mezzo ci ha regalato il suo primo sorriso.
A due mesi si teneva il biberon da sola e tentava le sue prime parole. Ha iniziato con un sommesso "ohhhhhhhhhh!" per arrivare ad oggi con un "MAMMA!" chiarissimo.
Dice anche "ungunngunngunghe" e "angungonghe" e "mammunmam" e "daduddundundun" e altre varianti sui generis.
A quasi quattro mesi faceva le pernacchie, quelle vere, con tanto di lingua e saliva che vola da tutte le parti. Pure su richiesta.
A cinque mesi e 22 giorni le è spuntanto il primo dentino.
Trudi urla come una matta. E se non le dai la giusta attenzione urla più forte.
Come segno di ribellione al sistema, ha imparato a fare le pernacchie quando è infastidita o frustrata perchè nessuno la capisce.
Sorride sempre e a tutti. Tranne a quelli coi baffi: se ne vede uno inizia a piangere nemmeno la stessero scuoiando viva.
Ha una passione sfrenata per le collane, gli occhiali e accessori di vario genere. Pure per i telecomandi e i telefoni. Non quelli giocattolo.
Lei non ne vuole proprio sapere di stare in piedi. Punta appena i piedini e se cerchiamo di farla stare in piedi per più di venti secondi allarga le gambe e fa la spaccata.
Limona con tutto quello che gli capita a tiro. Per fortuna solo oggetti inanimati.
E tira delle sberle che nemmeno Bud Spencer.
Trudi è per la libertà di spazi e movimento. Odia il passeggino, il seggiolino, il seggiolone e tutto ciò che richiede l'ausilio di cinture di sicurezza.
Trudi è anche tante altre cose, magari ve le racconterò strada facendo.
Ma soprattutto è la mia meravigliosa bambina, il mio orgoglio più grande e la cosa migliore che abbia fatto in tutta la mia Vita.
lunedì 9 maggio 2011
Sorprese e Parole
No ecco, è che mi tremano un po' le mani. E il Cuore.
E' che è stata una giornata di merda, ed ero stanca dopo aver pulito per tutto il week end e non aver fatto nulla degno di nota per il resto del tempo.
Poi, a cena di un lunedì del menga qualsiasi, nel silenzio ovattato di posate che tintinnano sui piatti e inforcano cibo, si sente un "MAMMA!" chiaro, chiarissimo. Intenzionale.
Mi cade la forchetta dalle mani. Lentamente mi giro, la guardo, mi sorride col suo meraviglioso sorriso tutto gengive, fatta eccezione per un dentino spuntato qualche giorno fa.
Scoppia l'applauso e un boato di "brava amoooooreeee!!"
E io sono lì, sguardo ebete, che continuo a guardarla con gli occhi pieni di lacrime per l'emozione.
E ancora non mi sono ripresa.
Ed ho dovuto rivedere la top ten dei miei momenti migliori.
Questo merita in assoluto il primo posto.
Isabel ha solo 5 mesi e 26 giorni.
E io sono orgogliosa di lei come mai lo sono stata in tutta la mia vita.
E' che è stata una giornata di merda, ed ero stanca dopo aver pulito per tutto il week end e non aver fatto nulla degno di nota per il resto del tempo.
Poi, a cena di un lunedì del menga qualsiasi, nel silenzio ovattato di posate che tintinnano sui piatti e inforcano cibo, si sente un "MAMMA!" chiaro, chiarissimo. Intenzionale.
Mi cade la forchetta dalle mani. Lentamente mi giro, la guardo, mi sorride col suo meraviglioso sorriso tutto gengive, fatta eccezione per un dentino spuntato qualche giorno fa.
Scoppia l'applauso e un boato di "brava amoooooreeee!!"
E io sono lì, sguardo ebete, che continuo a guardarla con gli occhi pieni di lacrime per l'emozione.
E ancora non mi sono ripresa.
Ed ho dovuto rivedere la top ten dei miei momenti migliori.
Questo merita in assoluto il primo posto.
Isabel ha solo 5 mesi e 26 giorni.
E io sono orgogliosa di lei come mai lo sono stata in tutta la mia vita.
giovedì 5 maggio 2011
All'inizio fu un test. Anzi, tre.
Come immagino capiti un po' a tutte le mamme, tutto è iniziato con il famigerato test di gravidanza.
Era il secondo giorno di ritardo e io mi sentivo che non sarebbero arrivate.
Decidiamo di fare il test e dopo i temuti 4 minuti ancora nulla.
"Te l'avevo detto... non sei incinta. Ne sono sicuro. Sarebbe impossibile."
"Non è possibile. Me lo sento, credimi. Potremmo fare l'altro. Ce ne sono due... potrebbe essere un falso negativo..."
"Maddai, tu ti senti incinta ogni mese. Appena hai un giorno di ritardo vai in paranoia e attacchi con sta storia..."
"Ecco lo sapevo. Io sono incinta e tu mi abbandoni?! Lo sapevo che andava a finire così..."
"Ma se il test è negativo..."
"Il test si sbaglia, lo so."
Segue litigata apocalittica frammezzata da accuse di ogni genere. Del tipo "certo tu lo sai, vero?! sei un esperto?! dimmi quanti test hai fatto in passato, con le tue ex, eh?! EH!?!"
Esco dal bagno sbattendo la porta, lascio il test sul lavandino e mi chiudo in camera.
Passano 15 minuti e torno. Una debolissima linea rosa mi guarda dal test.
Panico.
Lo chiamo.
"Guarda!"
"Si, vabbè... sono passati 15 minuti."
"Quindi?!"
"Quindi le istruzioni dicono CHIARAMENTE che il test non è più attendibile dopo 6 minuti."
Riparto con la storia delle ex, tiro fuori pure sua madre, i suoi amici, quella volta che non ha aspettato che rientrassi a casa prima di ripartire, ecc ecc.
Giorno seguente. Niente ciclo.
"Senti, io... lo so, ecco. Rifaccio il test."
"Fai come ti pare. Secondo me a giudicare dallo sclero ti arriveranno entro stasera."
Mi chiudo in bagno, faccio il test, mi muovo per inserire il tappo e...
"Hum. se-se-senti... forse abbiamo un problema."
"Ti è caduto nel cesso?!"
"No è positivo. Non ho nemmeno messo il tappo."
Segue lunghissimo silenzio di qualche minuto. Io guardo lui, lui guarda il test.
"SI, ma... ci ho pensato. Non è possibile. 'Sti test fanno cagare. Quello di ieri si è positivizzato dopo 15 minuti, questo neanche dopo due secondi. In effetti sono costati poco... è impossibile... non puo' essere."
Riparto ad infamarlo. Segue una serata assurda e una notte di "cazzocazzocazzocazzo...sono nella merda...nella merda fino al collo..."
Il giorno seguente niente ciclo. Decido di fare il test delle urine.
Risultato: positivo.
Lo chiamo.
"Senti...ehm... è come ti dicevo."
Silenzio.
"Amore... ma... è... bellissimo."
"Non sei convinto."
"No, Amore... davvero..."
"Lo sapevo, non sei contento. Lo sento..."
"No, Amore è che... è che me la sto facendo sotto."
Da questa storia, dal mio atteggiamento soprattutto, si potrebbe evincere che:
Io ero prontissima e desiderosa di diventare madre. Vero, ma avrei aspettato giusto quel paio d'anni, ecco.
Lui non ne voleva sapere di diventare padre: falso. Dopo i primi giorni di assoluta incredulità mista paura, si è trasformato in "pucci-pucci-amore-di-papi".
In realtà dal momento che ho sospettato di essere incinta mi sono sentita subito responsabile e non ho pensato minimamente a cosa fare.
Lo volevo quel bambino, lo volevo con tutta me stessa.
Non stavamo attentissimi a non farlo arrivare. Diciamo che facevamo i conti in base al ciclo (ecco, sappiate che non è un sistema contraccettivo sicuro, e la conferma è seduta di fianco a me, concentrata a riempire il pannolino cambiato 5 minuti fa).
Solo che non ero pronta in quel momento.
O almeno pensavo di non essere pronta.
In realtà ho chiaramente capito di non essere pronta quando Lei è arrivata.
Perchè i bambini sono bellissimi, essere madri è un lavoraccio ma è stupendo, si... ma nessuno (o quasi) ti spiega esattamente com'è.
E francamente se anche te lo dicessero dovresti comunque esserci dentro fino al collo per capire esattamente.
Era il secondo giorno di ritardo e io mi sentivo che non sarebbero arrivate.
Decidiamo di fare il test e dopo i temuti 4 minuti ancora nulla.
"Te l'avevo detto... non sei incinta. Ne sono sicuro. Sarebbe impossibile."
"Non è possibile. Me lo sento, credimi. Potremmo fare l'altro. Ce ne sono due... potrebbe essere un falso negativo..."
"Maddai, tu ti senti incinta ogni mese. Appena hai un giorno di ritardo vai in paranoia e attacchi con sta storia..."
"Ecco lo sapevo. Io sono incinta e tu mi abbandoni?! Lo sapevo che andava a finire così..."
"Ma se il test è negativo..."
"Il test si sbaglia, lo so."
Segue litigata apocalittica frammezzata da accuse di ogni genere. Del tipo "certo tu lo sai, vero?! sei un esperto?! dimmi quanti test hai fatto in passato, con le tue ex, eh?! EH!?!"
Esco dal bagno sbattendo la porta, lascio il test sul lavandino e mi chiudo in camera.
Passano 15 minuti e torno. Una debolissima linea rosa mi guarda dal test.
Panico.
Lo chiamo.
"Guarda!"
"Si, vabbè... sono passati 15 minuti."
"Quindi?!"
"Quindi le istruzioni dicono CHIARAMENTE che il test non è più attendibile dopo 6 minuti."
Riparto con la storia delle ex, tiro fuori pure sua madre, i suoi amici, quella volta che non ha aspettato che rientrassi a casa prima di ripartire, ecc ecc.
Giorno seguente. Niente ciclo.
"Senti, io... lo so, ecco. Rifaccio il test."
"Fai come ti pare. Secondo me a giudicare dallo sclero ti arriveranno entro stasera."
Mi chiudo in bagno, faccio il test, mi muovo per inserire il tappo e...
"Hum. se-se-senti... forse abbiamo un problema."
"Ti è caduto nel cesso?!"
"No è positivo. Non ho nemmeno messo il tappo."
Segue lunghissimo silenzio di qualche minuto. Io guardo lui, lui guarda il test.
"SI, ma... ci ho pensato. Non è possibile. 'Sti test fanno cagare. Quello di ieri si è positivizzato dopo 15 minuti, questo neanche dopo due secondi. In effetti sono costati poco... è impossibile... non puo' essere."
Riparto ad infamarlo. Segue una serata assurda e una notte di "cazzocazzocazzocazzo...sono nella merda...nella merda fino al collo..."
Il giorno seguente niente ciclo. Decido di fare il test delle urine.
Risultato: positivo.
Lo chiamo.
"Senti...ehm... è come ti dicevo."
Silenzio.
"Amore... ma... è... bellissimo."
"Non sei convinto."
"No, Amore... davvero..."
"Lo sapevo, non sei contento. Lo sento..."
"No, Amore è che... è che me la sto facendo sotto."
Da questa storia, dal mio atteggiamento soprattutto, si potrebbe evincere che:
Io ero prontissima e desiderosa di diventare madre. Vero, ma avrei aspettato giusto quel paio d'anni, ecco.
Lui non ne voleva sapere di diventare padre: falso. Dopo i primi giorni di assoluta incredulità mista paura, si è trasformato in "pucci-pucci-amore-di-papi".
In realtà dal momento che ho sospettato di essere incinta mi sono sentita subito responsabile e non ho pensato minimamente a cosa fare.
Lo volevo quel bambino, lo volevo con tutta me stessa.
Non stavamo attentissimi a non farlo arrivare. Diciamo che facevamo i conti in base al ciclo (ecco, sappiate che non è un sistema contraccettivo sicuro, e la conferma è seduta di fianco a me, concentrata a riempire il pannolino cambiato 5 minuti fa).
Solo che non ero pronta in quel momento.
O almeno pensavo di non essere pronta.
In realtà ho chiaramente capito di non essere pronta quando Lei è arrivata.
Perchè i bambini sono bellissimi, essere madri è un lavoraccio ma è stupendo, si... ma nessuno (o quasi) ti spiega esattamente com'è.
E francamente se anche te lo dicessero dovresti comunque esserci dentro fino al collo per capire esattamente.
venerdì 29 aprile 2011
...Adesso che ci penso...
Ecco... io non sono un tipo da blog.
No, proprio no.
Non sono una che ama raccontarsi, ma mi piace raccontare, questo sì.
In effetti l'idea del blog non è, come potrebbe sembrare, per stare dietro alla moda del "ce l'hanno tutti perchè io no?!".
L'idea, molto grossolanamente me l'ha data Lui. Una sera, mentre ero tra le lacrime di un post partum molto buio, mentre mi abbracciava e mi consolava ha detto: "ma se hai paura di dimenticare tutto perchè non scrivi un diario?! o un blog, o un libro?...insomma qualcosa che tu possa leggere per ricordare..."
Ecco, visto che ho una bambina di 5 mesi e sto perdendo tante cose, insomma, avere un diario (seppure virtuale) puo' tornare utile.
E poi, se nel frattempo si riesce anche a scambiarsi idee, opinioni, pezzi di vita e consigli... perchè no?!
Inizia la mia seconda avventura virtuale... la prima è rimasta sospesa per mancanza di tempo (non che adesso il tempo mi avanzi, eh?!) e poi è morta causa spam e qualcos'altro che ancora mi rimane da capire -_-'
"Un po' Mamma, un po' no" perchè mi auguro di riuscire a riappropriarmi di pezzettini della mia vita passata... non che fossi una spassosa che se la godeva più di tanto... ma riuscire ad andare al cinema o ad un aperitivo senza sentirmi in colpa perchè ho abbandonato la bimba con i nonni sarebbe un tragurdo, ecco.
E anche sentirmi felice di mandarla all'asilo senza sentirmi una madre degenere che non rimane al fianco della sua bambina almeno fino al primo anno della sua vita sarebbe un bel passo avanti.
Quindi mi auguro di essere una Buona Mamma ma anche la cazzona di un tempo... anche se sarà dura far coesistere queste due esistenze.
"E mo chi glielo dice?!" per farmi il verso. Nella vita di tutti i giorni sono totalmente incapace di dire le cose fuori dai denti, soprattutto quelle che mi fanno incazzare o mi feriscono. Insomma sono una di quelle che, nella vita reale, tende a ingoiare il rospo (chissà che questo blog non mi aiuti anche in questo senso).
Sentite ci ho messo un'ora a trovare un titolo per il blog, soprattutto perchè molti indirizzi erano già stati occupati.
In compenso dopo averlo creato (il blog) e averci dormito sopra, mi sono venuti in mente tanti di quei titoli (migliori di questi dueinuno) che non immaginate.
Sospiro di rassegnazione.
No, proprio no.
Non sono una che ama raccontarsi, ma mi piace raccontare, questo sì.
In effetti l'idea del blog non è, come potrebbe sembrare, per stare dietro alla moda del "ce l'hanno tutti perchè io no?!".
L'idea, molto grossolanamente me l'ha data Lui. Una sera, mentre ero tra le lacrime di un post partum molto buio, mentre mi abbracciava e mi consolava ha detto: "ma se hai paura di dimenticare tutto perchè non scrivi un diario?! o un blog, o un libro?...insomma qualcosa che tu possa leggere per ricordare..."
Ecco, visto che ho una bambina di 5 mesi e sto perdendo tante cose, insomma, avere un diario (seppure virtuale) puo' tornare utile.
E poi, se nel frattempo si riesce anche a scambiarsi idee, opinioni, pezzi di vita e consigli... perchè no?!
Inizia la mia seconda avventura virtuale... la prima è rimasta sospesa per mancanza di tempo (non che adesso il tempo mi avanzi, eh?!) e poi è morta causa spam e qualcos'altro che ancora mi rimane da capire -_-'
"Un po' Mamma, un po' no" perchè mi auguro di riuscire a riappropriarmi di pezzettini della mia vita passata... non che fossi una spassosa che se la godeva più di tanto... ma riuscire ad andare al cinema o ad un aperitivo senza sentirmi in colpa perchè ho abbandonato la bimba con i nonni sarebbe un tragurdo, ecco.
E anche sentirmi felice di mandarla all'asilo senza sentirmi una madre degenere che non rimane al fianco della sua bambina almeno fino al primo anno della sua vita sarebbe un bel passo avanti.
Quindi mi auguro di essere una Buona Mamma ma anche la cazzona di un tempo... anche se sarà dura far coesistere queste due esistenze.
"E mo chi glielo dice?!" per farmi il verso. Nella vita di tutti i giorni sono totalmente incapace di dire le cose fuori dai denti, soprattutto quelle che mi fanno incazzare o mi feriscono. Insomma sono una di quelle che, nella vita reale, tende a ingoiare il rospo (chissà che questo blog non mi aiuti anche in questo senso).
Sentite ci ho messo un'ora a trovare un titolo per il blog, soprattutto perchè molti indirizzi erano già stati occupati.
In compenso dopo averlo creato (il blog) e averci dormito sopra, mi sono venuti in mente tanti di quei titoli (migliori di questi dueinuno) che non immaginate.
Sospiro di rassegnazione.
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